Sono composti da due pezzi non flottanti e dunque più leggeri rispetto ai mono blocco;
lo spider in ergal ancorato alla pista riduce le vibrazioni trasmesse a pastiglie/pistoni;
le scalanature e le alette presenti sulla pista frenante dissipano il calore agevolando il raffreddamento del disco.
- Per arrivare a prestazioni del genere questi dischi ricevono attenzioni fuori dal comune per il settore Mtb in fase produttiva.
- Per entrare nei dettagli ho chiesto direttamente a chi li produce, ossia a Cesare Andrea Brioschi, titolare di BCA, che non una dovizia di particolari iper tecnici mi ha spiegato quanto segue.
Prima ancora, però, vi segnalo che BCA opera da oltre 20 anni nel settore dei freni per moto come fornitore di primo montaggio per marchi come Fantic, Bimota e tanti altri.lo spider (il cui disegno è specifico per ogni diametro), realizzato in Ergal, con un’anodizzazione particolare per ottenere la finitura che vedete nelle foto.
La sua struttura è pensata per conferire rigidità e stabilità alla pista frenante.
- La costruzione del disco è di tipo non flottante (contrariamente a quanto scritto al momento della pubblicazione dell'articolo, NDR) e la pista frenante in acciaio AISI 420 da 2,15 mm di spessore è il vero pezzo forte.
- Il trattamento che subisce a livello termico serve a rendere al meglio compatibile questo acciaio con le pasticche freno più comunemente usate in campo Mtb.
- La pista frenante riceve poi delle fresature speciali che agevolano il raffreddamento nella parte superiore e le alette superiori che non vanno a contatto con la pasticca servono per raffreddare il disco.
- Il taglio dei solchi che vediamo sul disco è realizzato al laser e le lavorazioni meccaniche successive sono suddivise per ogni faccia del disco. Questo aumenta i tempi di produzione e di conseguenza i costi.
Tutte queste accortezze servono a ottimizzare l’usura della pasticca che, come confermato dal nostro test, non è così elevata come ci si aspetterebbe, perché la superficie frenante riesce a tenere “pulita” la patina superficiale della pasticca.
Il disegno ondulato, infatti, permette al materiale d’attrito della pasticca di essere “ripulito” mentre il freno è in funzione e i solchi sulla pista frenante svolgono lo stesso ruolo ma con modalità ed un’efficienza molto differenti rispetto ad altri dischi.
In sostanza questo accorgimento permette ai dischi di ottimizzare l’attrito con la pasticca senza arrivare a consumarla prematuramente, ma riducendo il surriscaldamento della pista frenante.
E questo è un fatto cruciale per il funzionamento ottimale di qualunque freno:
- Più è bassa la temperatura e più a lungo il freno riesce ad essere efficiente.
- Più è bassa la temperatura e più è basso il rischio di vetrificazione delle pasticche, cioè quel fenomeno che riduce in modo drastico (e a volte drammatico) la potenza frenante.